Il metabolismo
Linee Guida
Le linee guida aggiornate con le ultime ricerche sientifiche per una buona nutrizione e stato di benessere psicofisico. Nutrizione applicata alle disfunzioni fisio-patologiche - ricette e le corrette modalità di cottura
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Il caos mis-conducente delle informazioni in ambito nutrizionale riguardo le diete dimagranti, l’obesità endemica, l’esplosione delle malattie croniche tipiche dell’adulto in età adolescenziale (vedi l’esplosione del Diabete tipo II nei bambini), l’industria alimentare, gli OGM, le terapie farmacologiche sempre più necessarie, il paradosso degli obesi malnutriti e il crescere preoccupante delle malattie metaboliche: in tutto questo disordine che investe i paesi occidentali non può che essere sempre più importante la scelta di una dieta corretta per la prevenzione ed in alcuni casi per il “reverse” (ovvero l’inversione della tendenza patologica con la dieta, come suggeriscono i medici anglo-americani) di diverse condizioni fisiologiche tendenti al patologico.
Secondo l’enciclopedia Treccani la parola metabolismo deriva dal greco μεταβολή «mutazione».
Con questo termine si intende “l’insieme delle trasformazioni chimiche ed energetiche che si verificano nelle cellule di un organismo vivente e ne garantiscono la conservazione, l'accrescimento, il movimento e il rinnovamento” (http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/metabolismo.shtml).
Un sinonimo di metabolismo è energia: infatti per metabolismo basale di intende il dispendio energetico di un corpo in uno stadio di riposo, quindi aumentare il metabolismo basale significa aumentare l’energia consumata.
Se stimolare il metabolismo significa stimolare (aumentare) l’energia, per logica ci dovremmo chiedere ma come possono essere stimolanti tutte le diete a ridotto contenuto energetico (cioè calorico) che riducono quindi l’energia?
Dal punto di vista organico, il concetto di riduzione calorica parte dal presupposto che una riduzione dell’introito di nutrienti (cioè di energia) dovrebbe far dimagrire in quanto stimolerebbe le funzioni organiche: la domanda che dovremmo porci è in che modo una riduzione energetica (riduzione di introduzione di nutrienti) in una dieta dimagrante rende possibile la stimolazione degli organi (soprattutto fegato e tiroide per il metabolismo) se questi hanno bisogno di più energia (o più nutrienti) per rispondere allo stimolo metabolico?
Altra domanda da porci: esiste qualche differenza nella qualità di calorie che introduciamo?
Come dire che il fattore determinante nella scelta e nel consumo di un vino non è tanto la qualità ma la quantità: la regola sarebbe sempre poco a prescindere dal tipo di vino!
Quindi: Come può avvenire lo stimolo del metabolismo se creiamo delle “carenze” caloriche (ovvero nutrizionali)? Come possiamo permettere agli organi di funzionare in maniera efficiente se riduciamo i nutrienti? Potremmo mai pretendere da un motore di girare più velocemente se riduciamo la quantità di benzina?
Chiaramente la risposta a questi quesiti è: NON stimoliamo nulla se riduciamo le calorie!
Più che il termine dimagramento, in queste diete, dovremmo più correttamente usare il termine perdita di peso: la riduzione del peso totale non ci dà nessuna informazione sulla perdita reale della quantità di grasso (il dimagramento appunto).
Ritornando al concetto di qualità delle calorie introdotte, potremmo fare un distinzione tra calorie “dimagranti” e “ingrassanti”.
O meglio, dovremmo considerare tutti gli effetti organici dei vari alimenti: ad esempio le calorie derivate dal consumo di pesce sono dimagranti in quanto di stimolo e supporto del metabolismo, al contrario delle calorie derivate dai latticini.
Nella comunità scientifica internazionale si è tutti d’accordo ormai che l’uso del concetto di calorie per definire una dieta di qualsiasi tipo è ormai da considerarsi superato ed inefficace!
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